LA RADURA E LA RINNOVAZIONE

LA RADURA E LA RINNOVAZIONE

Alle prime luci dell’alba lo spettacolo era desolante. Come un campo di battaglia il peso della neve e il vento avevano vinto.

Tanti alberi miei compagni erano caduti, tutti accavallati uno sull’altro. Pochi erano i superstiti di quella devastazione. Incredibilmente quelli di noi più al margine, che avevano potuto crescere più forti, avevano riportato meno danni.

Sembrava la fine.

Passò il tempo, le giornate cominciarono ad allungarsi, sui rami degli alberi intorno iniziarono a posarsi le prime cince che ripresero a cantare dopo il silenzio del gelido inverno.

Fu in quel tempo che cominciò ad accadere qualcosa. Lì dove le radici sradicate avevano formato buche e smosso la terra, cominciarono a spuntare piccole piantine. I semi erano dormienti nel terreno da chissà quanto tempo. Nelle radure liberate da noi sempreverdi cresciuti fitti e all’ombra, filtrava ora di nuovo luce ed erano spuntati aceri, carpini e ornielli i cui semi erano stati portati dal vento e avevano atteso il momento giusto per nascere. Ora, con la caduta dei mei compagni avevano il loro spazio

Già un grande acero di monte imponente cresceva tra noi. Lui era un montanaro originario di queste zone, conosceva bene questo terreno sabbioso ed era cresciuto forte e resistente. Il vento di quella notte d’inverno non l’aveva affatto spaventato, mentre aveva spezzato me e sradicato i miei fratelli tutti intorno. Forse quel grande acero era la madre dei piccoli germogli che ora spuntavano nelle nuove radure.

Un giorno, poi, avevo visto saltellare da un ramo all’altro un piccolo scoiattolo. Portava tra le zampe gherigli di noce e qualcuno gli era caduto proprio in quelle stesse radure. Ecco che allora anche da quei semi erano germogliate nuove piantine approfittando del terreno smosso, della luce e dello spazio.

Stupito osservavo, giorno dopo giorno, quel rinascere della vita nella devastazione del bosco.

RADURE E RINNOVAZIONE

Le radure sono il luogo di innovazione spontanea del bosco: con la caduta di gruppi di alberi la competizione per la luce e le risorse nutritive cala e i semi dormienti nel terreno si riattivano rapidamente, dando luogo ad un’esplosione di vita. Molte piante diverse cominciano a germinare, con un rigoglio prima di specie erbacee, poi arbustive ed arboree. Nelle radure aperte per il crollo di tante conifere di impianto artificiale a Nova Arbora nel febbraio 2015, stanno rinascendo specie spontanee tipiche del bosco misto di latifoglie (come ornielli, carpini e querce).