Chi siamo

Donatella si racconta

La mia passione per le piante inizia nell’infanzia. Ero figlia di genitori particolarmente protettivi tanto da farmi trascorrere l’infanzia tra le mura del giardino di casa. È lì che ho imparato, giocando, ad apprezzare l’odore della terra, i profumi dei fiori, il sapore dei frutti selvatici e le diversità delle piante sperimentando semine e trapianti.

Oggi, ho la fortuna di vivere in mezzo al bosco, in una Riserva Naturale e l’orizzonte vegetale non ha più confini
coltivo piante commestibili e velenose, officinali e aromatiche, tintorie, alchemiche, acquatiche e felci.

Ognuna trova spazio nel giardino botanico che diventa “didattico” affinchè i visitatori possano conoscere e riconoscere le piante in ogni periodo dell’anno e si possano rendere conto degli innumerevoli utilizzi ed impieghi che hanno avuto in passato e nella nostra quotidianità.

Anche le piante velenose hanno per me un ricordo legato all’infanzia, in montagna, dove trascorrevo i mesi estivi e soffrivo inspiegabilmente di attacchi di vomito… durante le scampagnate ero solita fare dei piccoli mazzolini di ciclamini, mughetti, campanellini che portavo in bocca fino a casa e, arrivata, stavo male.
Solo da pochi anni so che provocano nausea e vomito; così mi sono detta che avrei divulgato la conoscenza di queste piante anche mortali per mettere in guardia bambini e adulti.

Mi ha affascinato scoprire come alcune piante per salvarsi, compensino il fatto di non potersi muovere con la produzione di alcaloidi e principi attivi tossici; così per una sorta di ammirazione ho cominciato a ricercarle in natura e a reintrodurle nel mio giardino. Quelle più rare le facevo nascere da seme sfruttando gli index seminum degli altri orti botanici di tutto il mondo che, su richiesta, mi inviavano i semi.

Anno dopo anno ho allargato le mie conoscenze ed il numero delle “tossiche” coltivando anche piante velenose e mortali.
In contrapposizione, insieme ad una amica, ho scritto un libro sulle piante selvatiche commestibili (“LA BOTANICA… NEL PIATTO”) in cui metto in guardia i raccoglitori anche da possibili confusioni con le piante velenose.

Nel mio giardino, durante gli incontri con i bambini sotto al maggiociondolo (bastano pochi semi per la morte di un bambino) spiego loro l’importanza di non metterere mai in bocca erbe e frutti che non conoscono.

In questo modo mi sembra di educare grandi e piccoli ad una proficua conoscenza delle piante e non solo per il loro lato estetico.